Apatia e malattia di Parkinson

Apatia e malattia di Parkinson

Perchè alcune persone con MP riscontrano una riduzione dei propri interessi, della motivazione e dell’entusiasmo? Può trattarsi di apatia. Nella MP, i cambiamenti nel cervello dei fattori biochimici che causano i sintomi motori spesso sono alla base di alterazioni dell’umore, dell’energia e di motivazione.

Uno studio recente mostra che circa il 40% delle persone con MP è affetto da apatia, una alterazione emotiva che indica difficoltà ad interessarsi alle attività quotidiane. Fino a poco tempo fa, l’apatia veniva considerata come una manifestazione di depressione. Oggi  apatia e depressione vengono classificate come sindromi distinte con una parziale sovrapposizione di alcune caratteristiche.

È importante che le persone con MP, i loro caregivers e il personale sanitario siano in grado di distinguere i segni dell’apatia da quelli della depressione, anche perché farmaci per la depressione possono peggiorare l’apatia. Sia l’apatia che la depressione possono a loro volta peggiorare i sintomi motori e cognitivi della MP. Il trattamento dell’apatia è fondamentale per migliorare la salute e il benessere del soggetto. Nei paragrafi successivi parleremo delle differenze fra apatia e depressione e di come le persone con MP possono fronteggiare i suoi effetti.

Cos’è l’apatia?

L’apatia, ovverosia mancanza di motivazione, si manifesta nella MP in tre forme:

  • Cognitiva: perdita di interesse o curiosità per cose nuove
  • Emotiva: mancanza di passione o reazione nei confronti di notizie o situazioni che dovrebbero provocare un’emozione
  • Comportamentale: difficoltà ad iniziare un’attività; necessità di essere stimolati da altri per portare a termine un compito.

Uno studio ha mostrato che le persone con MP e apatia si occupano di pochissimi hobby e guardano la TV il doppio del tempo   rispetto alle persone senza apatia. Inoltre, si sentono meno idonei a prendersi cura di sé stessi in modo autonomo e meno efficaci a gestire la malattia. Ad esempio, l’apatia può ridurre la  motivazione ad assumere la medicine con la dovuta costanza. L’apatia nella MP può essere fonte di stress anche per caregiver e familiari: essi possono non essere consapevoli di questo sintomo e quindi attribuire questi comportamenti a pigrizia e ostinazione.

Diagnosi

Il caregiver può essere il primo a notare i segni di apatia sebbene non possa distinguerli da segni di depressione o disturbi del sonno. I caregivers hanno un ruolo fondamentale nell’arrivare  alla diagnosi dei sintomi di MP. Fra i test per diagnosticare l’apatia, uno dei più utilizzati è la Scala per l’Apatia, un questionario che le persone con MP possono compilare da sole durante la visita medica. Un altro è la Lille Apathy Rating Scale, una forma di intervista dell’operatore sanitario alla   persona con MP.

È apatia o depressione?

Sia l’apatia che la depressione possono portare a perdere il piacere che deriva da attività quotidiane e l’entusiasmo per gli interessi abituali. Vista questa sovrapposizione di sintomi, come possiamo distinguere l’apatia dalla depressione? In breve: la tristezza, il senso di colpa o l’essere senza speranze sono sintomi più affini alla depressione. L’incapacità di “alzarsi e fare” indirizzano più verso l’apatia. È possibile che la persona provi entrambe le cose: definire strategie per ciascuna delle due è importante per affrontare nel migliore dei modi la malattia.

Trattamento

La prima cosa che la persona con MP e i suoi caregiver dovrebbero fare in caso di apatia è consultare lo specialista dei disturbi del movimento per assicurarsi che i farmaci anti-parkinsoniani stiano funzionando in modo ottimale. Gli strumenti maggiori per trattare l’apatia   sono quelli per i sintomi motori:  aumentare il tono dopaminergico cerebrale e migliorare l’effetto dei farmaci anti-parkinsoniani. Non esiste una terapia che vada bene per tutti i casi. Dai risultati di ricerche cliniche si possono trarre suggerimenti utili. Ad esempio:

  • Uno studio che ha messo a confronto due dopamino-agonisti fra i più utilizzati ha mostrato che il pramipexolo (Mirapexin®) è più efficace per l’apatia del ropinirolo (Requip®).
  • Un altro studio ha mostrato che la rivastigmina (Exelon®) in cerotti, un trattamento utilizzato nella malattia di Alzheimer, è efficace nel trattamento dell’apatia in persone con MP non affette da demenza.
  • Uno studio sulla stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) ha mostrato che sia le persone che ricevono questo trattamento e sia quelle che ricevono un trattamento placebo mostrano un grande miglioramento dell’apatia. Per cui, l’atto stesso di partecipare allo studio avrebbe un ruolo importante nell’aumentare la motivazione.

Comprendere meglio l’apatia

La Parkinson’s Foundation  è impegnata a capire come aiutare le persone con MP a gestire l’apatia.   Nel 2017, ha finanziato una ricerca del dottor Dahodwala presso l’Università della Pennsylvania per studiare i meccanismi del cervello che sono alla base delle azioni dirette a uno scopo e per definire dei metodi per poterli influenzare nelle persone con MP. Usando tecniche di risonanza magnetica, questo studio vuole trovare i cambiamenti che si verificano nel cervello delle persone con apatia e problemi cognitivi. Questo studio potrebbe chiarire i cambiamenti del cervello che portano all’apatia e a problemi cognitivi nella MP e a facilitarne la diagnosi precoce. Inoltre, potrebbe consentire lo sviluppo di trattamenti specifici per questi sintomi nella MP.

Consigli per affrontare l’apatia

Vi sono anche approcci non farmacologici che possono aiutare una persona con MP affetta da apatia a ritrovare la motivazione. La chiave per il successo è quella di porsi obiettivi concreti e facilmente raggiungibili. Una persona con MP e apatia può trovare beneficio ad esempio provando la danza-terapia, la musico-terapia, l’esercizio fisico, l’arte-terapia, oppure escursioni, passeggiate e sfide cognitive (ad es. giochi computerizzati, parole crociate, tombola, giochi con le carte). I caregiver possono aiutare dando feedback positivi quando gli obiettivi vengono raggiunti ed attuati, ma devono anche essere preparati a battute d’arresto.

Come si può motivare una persona con MP a svolgere tali attività? La chiave è di avere degli obiettivi  “SMART”:

  • Specifici: Quando e dove svolgerai l’attività scelta? Quanto spesso la farai?
  • Misurabili: Annota i tuoi progressi
  • Accessibili: Non devi andare veloce, devi solo andare avanti!
  • Rilevanti: Focalizzati sui bisogni principali, per esempio come alzarsi e muoversi o non mancare ad una visita di controllo piuttosto che su attività di secondaria importanza.
  • Temporalmente definiti: Prepara un programma con dei promemoria